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Fazil, Bey.

Poeta turco di origine araba. Era un ragazzo quando le milizie del grande ammiraglio Gazi Hasan Pascià, inviate a Safed per sedare una sorta di rivolta capeggiata dal nonno di F. che si era autoeletto signore di Acri e di Safed, lo portarono con loro a Costantinopoli, poiché era rimasto solo al mondo essendo stato ucciso il suo parente più prossimo, il nonno Tahit 'Omar. Nella capitale dell'Impero ottomano F. ricevette tuttavia un'ottima educazione "alla turca" presso il Serraglio dove fu ospitato. Dopo aver abbandonato il Serraglio, ebbe quindi vari incarichi dalle autorità imperiali, tra cui quello di amministratore di certi beni conservati nell'isola di Rodi. Raggiunse, in tale posto, il rango di hoga ma gli vennero poi mosse accuse per appropriazione indebita e altre irregolarità. Fu tenuto al confino nella stessa Rodi ma, in età avanzata, poté far ritorno a Costantinopoli; allora però era già diventato cieco. La sua opera di poeta comprende alcuni piccoli poemi intitolati: Il libro delle donne; Il libro dei belli; Il libro dei danzatori e il Diario d'amore oltre a un "canzoniere". I primi quattro appartengono al genere sehr-engez, inaugurato da Mesihi (Safed ? - Costantinopoli 1810).